Each work is an attempt to reconstruct a performance in which the boundary between reality and fiction oscillates as it does when human beings are caught in the spell of habitual social behaviour. The artist observes the primordial essence, accustomed to camouflage, which unleashes its power when he asks his models to play with masks and props and to reveal the depths of their being, unveiling their innermost desires and unspoken secrets.
In the collaboration with Alessandro Di Giampietro, the idea of following the instinct, the first thought, and intuition is central. In this way, a digital drawing by the artist – a mask – becomes the source of the motif. The starting point is therefore a medial leap: the transition from a digital image to a traditional woodcut can be understood as a kind of metaphorical journey, where a work moves through different creative worlds. Associatively, the figure of the Silver Surfer comes to mind, who, as a galactic traveler, jumps from one planet to another, always in search of new dimensions and challenges. In a similar way, an image, in its creative transfer, jumps between different "planets" of artistic technique and evolves as it is translated from one medium to another.
The mask, which originally existed as a hypermodern digital sculpture on the screen, becomes not only an artistic relic of the past in the woodcut. This medial transfer is not simply a loss of details or a return to a "more primitive" technique – rather, it is an approach to the artisanal detail and human traces that technology, in its perfection, cannot offer. The process creates an expanded aesthetics: the lines and forms that were sharp and flawless in the digital space are now transformed by the physical cuts of the woodblock into an irregular, almost "organic" texture. It opens up a view of a hybrid artwork, one that carries both the cold precision of digital technique and the warm, sensual tactility of woodcut – the flight of the Silver Surfer.
Il lavoro di Alessandro Di Giampietro (nato nel 1972) nasce dall’osservazione dell’identità umana intesa come insieme di stratificazioni che creano modelli comportamentali iconici nella società di oggi; esplora i rituali umani, le pratiche intorno al corpo e i giochi che le persone mettono in scena per passare da un archetipo a un altro.
Ogni opera è un tentativo di ricostruire una performance in cui il confine tra realtà e finzione oscilla come accade quando gli esseri umani sono prigionieri dell'incantesimo del comportamento sociale abituale. L'artista osserva l'essenza primordiale, avezza a camuffarsi, che scatena la sua potenza quando chiede ai suoi modelli di giocare con maschere e oggetti di scena e di rivelare la profondità del loro essere, svelando i desideri più reconditi e i segreti taciuti.
Nella collaborazione con Alessandro Di Giampietro, l'idea di seguire l'istinto, il primo pensiero e l'intuizione è al centro. In questo modo, un disegno digitale dell'artista – una maschera – diventa il punto di partenza. Esso è quindi un salto mediatico: il passaggio da un'immagine digitale a una tradizionale xilografia può essere inteso come una sorta di viaggio metaforico, in cui un'opera si muove attraverso diversi mondi creativi. Associativamente, mi viene in mente la figura del Silver Surfer, che come viaggiatore galattico salta da un pianeta all'altro, sempre alla ricerca di nuove dimensioni e sfide. Allo stesso modo, un'immagine, nel suo trasferimento creativo, salta da un "pianeta" della tecnica artistica all'altro, evolvendosi mentre viene trasposta da un medium all'altro.
La maschera, che originariamente esisteva come una scultura digitale ipermoderna sullo schermo, sul legno diventa non solo un residuo artistico del passato. Questo trasferimento mediatico non è semplicemente una perdita di dettagli o un ritorno a una tecnica "più primitiva" – piuttosto è un avvicinamento al dettaglio artigianale e alle tracce umane che la tecnologia, nella sua perfezione, non può offrire. Il processo crea un'estetica ampliata: le linee e le forme, che nel digitale erano nitide e impeccabili, vengono ora trasformate dai tagli fisici della tavola di legno in una texture irregolare, quasi "organica". Si apre una visione di un'opera d'arte ibrida, che possiede sia la fredda precisione della tecnica digitale, sia il caldo e sensuale tatto della xilografia – Il volo del Silver Surfer.
Alessandro Di Giampietros (*1972) Arbeit entspringt der Beobachtung der menschlichen Identität, verstanden als ein Gefüge von Schichten, die ikonische Verhaltensmuster in der heutigen Gesellschaft formen. Er erforscht menschliche Rituale, Praktiken rund um den Körper und die Spiele, die Menschen inszenieren, um von einem Archetyp zum anderen zu wechseln.
Jedes Werk ist ein Versuch, eine Performance nachzubilden, in der die Grenze zwischen Realität und Fiktion verschwimmt, ähnlich wie wenn Menschen dem Bann des gewohnten sozialen Verhaltens erliegen. Der Künstler beobachtet das urtümliche Wesen, das sich gerne tarnt und seine Kraft entfaltet, wenn er seine Modelle auffordert, mit Masken und Requisiten zu spielen und die Tiefe ihres Seins zu offenbaren, wodurch die tiefsten Wünsche und unausgesprochenen Geheimnisse enthüllt werden.
Bei der Zusammenarbeit mit Alessandro Di Giampietro steht die Idee der Bauchentscheidung, des ersten Einfalls und der Intuition im Vordergrund. So wird eine digitale Zeichnung des Künstlers – eine Maske – zum Motivgeber. Ausgangspunkt ist also ein medialer Sprung: Der Übergang von einem digitalen Bild zu einem traditionellen Holzschnitt kann als eine Art metaphorische Reise verstanden werden, bei der ein Werk durch verschiedene kreative Welten bewegt wird. Assoziativ kommt mir die Figur des Silver Surfers in den Sinn, der als galaktischer Reisender von einem Planeten zum anderen springt, immer auf der Suche nach neuen Dimensionen und Herausforderungen. In ähnlicher Weise überspringt auch ein Bild in seinem kreativen Transfer verschiedene „Planeten“ der Kunsttechnik und entwickelt sich weiter, während es von einem Medium in ein anderes überspielt wird.
Die Maske, die ursprünglich als hypermoderne digitale Skulptur auf dem Bildschirm existierte, wird im Holzschnitt nicht nur zu einem künstlerischen Relikt der Vergangenheit, dieser mediale Transfer ist nicht einfach ein Verlust von Details oder eine Rückkehr zu einer „primitiveren“ Technik – vielmehr ist er eine Annäherung an das handwerkliche Detail und die menschlichen Spuren, die die Technologie in ihrer Perfektion nicht bieten kann. Der Prozess schafft eine erweiterte Ästhetik: Die Linien und Formen, die im digitalen Raum scharf und makellos waren, werden nun durch die physischen Schnitte der Holzplatte in eine unregelmäßige, fast „organische“ Textur verwandelt. Es eröffnet einen Blick auf ein hybrides Kunstwerk, das sowohl die kühle Präzision der digitalen Technik als auch die warme, sinnliche Taktilität des Holzschnitts in sich trägt – Der Flug des Silver Surfers.
In the collaboration with Alessandro Di Giampietro, the idea of following the instinct, the first thought, and intuition is central. In this way, a digital drawing by the artist – a mask – becomes the source of the motif. The starting point is therefore a medial leap: the transition from a digital image to a traditional woodcut can be understood as a kind of metaphorical journey, where a work moves through different creative worlds. Associatively, the figure of the Silver Surfer comes to mind, who, as a galactic traveler, jumps from one planet to another, always in search of new dimensions and challenges. In a similar way, an image, in its creative transfer, jumps between different "planets" of artistic technique and evolves as it is translated from one medium to another.
The mask, which originally existed as a hypermodern digital sculpture on the screen, becomes not only an artistic relic of the past in the woodcut. This medial transfer is not simply a loss of details or a return to a "more primitive" technique – rather, it is an approach to the artisanal detail and human traces that technology, in its perfection, cannot offer. The process creates an expanded aesthetics: the lines and forms that were sharp and flawless in the digital space are now transformed by the physical cuts of the woodblock into an irregular, almost "organic" texture. It opens up a view of a hybrid artwork, one that carries both the cold precision of digital technique and the warm, sensual tactility of woodcut – the flight of the Silver Surfer.
Ogni opera è un tentativo di ricostruire una performance in cui il confine tra realtà e finzione oscilla come accade quando gli esseri umani sono prigionieri dell'incantesimo del comportamento sociale abituale. L'artista osserva l'essenza primordiale, avezza a camuffarsi, che scatena la sua potenza quando chiede ai suoi modelli di giocare con maschere e oggetti di scena e di rivelare la profondità del loro essere, svelando i desideri più reconditi e i segreti taciuti.
Nella collaborazione con Alessandro Di Giampietro, l'idea di seguire l'istinto, il primo pensiero e l'intuizione è al centro. In questo modo, un disegno digitale dell'artista – una maschera – diventa il punto di partenza. Esso è quindi un salto mediatico: il passaggio da un'immagine digitale a una tradizionale xilografia può essere inteso come una sorta di viaggio metaforico, in cui un'opera si muove attraverso diversi mondi creativi. Associativamente, mi viene in mente la figura del Silver Surfer, che come viaggiatore galattico salta da un pianeta all'altro, sempre alla ricerca di nuove dimensioni e sfide. Allo stesso modo, un'immagine, nel suo trasferimento creativo, salta da un "pianeta" della tecnica artistica all'altro, evolvendosi mentre viene trasposta da un medium all'altro.
La maschera, che originariamente esisteva come una scultura digitale ipermoderna sullo schermo, sul legno diventa non solo un residuo artistico del passato. Questo trasferimento mediatico non è semplicemente una perdita di dettagli o un ritorno a una tecnica "più primitiva" – piuttosto è un avvicinamento al dettaglio artigianale e alle tracce umane che la tecnologia, nella sua perfezione, non può offrire. Il processo crea un'estetica ampliata: le linee e le forme, che nel digitale erano nitide e impeccabili, vengono ora trasformate dai tagli fisici della tavola di legno in una texture irregolare, quasi "organica". Si apre una visione di un'opera d'arte ibrida, che possiede sia la fredda precisione della tecnica digitale, sia il caldo e sensuale tatto della xilografia – Il volo del Silver Surfer.
Alessandro Di Giampietros (*1972) Arbeit entspringt der Beobachtung der menschlichen Identität, verstanden als ein Gefüge von Schichten, die ikonische Verhaltensmuster in der heutigen Gesellschaft formen. Er erforscht menschliche Rituale, Praktiken rund um den Körper und die Spiele, die Menschen inszenieren, um von einem Archetyp zum anderen zu wechseln.
Jedes Werk ist ein Versuch, eine Performance nachzubilden, in der die Grenze zwischen Realität und Fiktion verschwimmt, ähnlich wie wenn Menschen dem Bann des gewohnten sozialen Verhaltens erliegen. Der Künstler beobachtet das urtümliche Wesen, das sich gerne tarnt und seine Kraft entfaltet, wenn er seine Modelle auffordert, mit Masken und Requisiten zu spielen und die Tiefe ihres Seins zu offenbaren, wodurch die tiefsten Wünsche und unausgesprochenen Geheimnisse enthüllt werden.
Bei der Zusammenarbeit mit Alessandro Di Giampietro steht die Idee der Bauchentscheidung, des ersten Einfalls und der Intuition im Vordergrund. So wird eine digitale Zeichnung des Künstlers – eine Maske – zum Motivgeber. Ausgangspunkt ist also ein medialer Sprung: Der Übergang von einem digitalen Bild zu einem traditionellen Holzschnitt kann als eine Art metaphorische Reise verstanden werden, bei der ein Werk durch verschiedene kreative Welten bewegt wird. Assoziativ kommt mir die Figur des Silver Surfers in den Sinn, der als galaktischer Reisender von einem Planeten zum anderen springt, immer auf der Suche nach neuen Dimensionen und Herausforderungen. In ähnlicher Weise überspringt auch ein Bild in seinem kreativen Transfer verschiedene „Planeten“ der Kunsttechnik und entwickelt sich weiter, während es von einem Medium in ein anderes überspielt wird.
Die Maske, die ursprünglich als hypermoderne digitale Skulptur auf dem Bildschirm existierte, wird im Holzschnitt nicht nur zu einem künstlerischen Relikt der Vergangenheit, dieser mediale Transfer ist nicht einfach ein Verlust von Details oder eine Rückkehr zu einer „primitiveren“ Technik – vielmehr ist er eine Annäherung an das handwerkliche Detail und die menschlichen Spuren, die die Technologie in ihrer Perfektion nicht bieten kann. Der Prozess schafft eine erweiterte Ästhetik: Die Linien und Formen, die im digitalen Raum scharf und makellos waren, werden nun durch die physischen Schnitte der Holzplatte in eine unregelmäßige, fast „organische“ Textur verwandelt. Es eröffnet einen Blick auf ein hybrides Kunstwerk, das sowohl die kühle Präzision der digitalen Technik als auch die warme, sinnliche Taktilität des Holzschnitts in sich trägt – Der Flug des Silver Surfers.